Chatbot cosa sono, a cosa servono e come utilizzarli

Anche se non sai che cosa sia un chat bot, sicuramente hai già posto ad un chatbot alcune domande o richieste specifiche, e sicuramente un chatbot è già corso in tuo aiuto con delle risposte, che hai trovato più o meno coerenti, comprensibili, spiazzanti. Ma non preoccuparti: in questo articolo ti spiegheremo che i chatbot possono essere molto utili nella tua vita quotidiana e nel tuo lavoro, e in più, te ne faremo conoscere alcuni esempi.
 

Che cosa significa “chatbot”? Un chatbot (o chat bot) è un software online capace di rispondere ad una serie di domande o ricerche, e soprattutto è capace di attingere a determinate informazioni su database, mappe, dati di casa e ufficio, sul tuo parco clienti o sulle commesse che devi svolgere. Il suo nome è composto da “chat”, e “bot”, da cui si desume che l’interlocutore della nostra chiacchierata virtuale è un robot.

Come viene programmato un chatbot? Alla base dello sviluppo di algoritmi e codici, ci sono concetti complessi legati all’evoluzione del deep learning, che consentono forme di intelligenza linguistica non umana sempre più evolute. Ci sono varie modalità per creare e gestire chatbot, di complessità e flessibilità diverse: partendo ad esempio dal manuale delle API di Facebook Messenger si può usare un qualsiasi linguaggio di programmazione (JavaScript, PHP, Python, Java) e costruirsi il proprio bot da zero. Esistono poi dei framework – uno dei più diffusi è quello della Microsoft – che rendono il lavoro un po’ più facile e soprattutto consentono di creare bot per più piattaforme contemporaneamente, includendo ad esempio Skype e Cortana oltre ai più diffusi Messenger e Slack. Infine, la soluzione spesso più pratica e veloce è utilizzare delle piattaforme specifiche per la creazione di chatbot, dei veri e propri software online con un’interfaccia più o meno intuitiva e svariate funzionalità per creare chatbots per diverse piattaforme.

Se nelle versioni più semplici e meno “intelligenti” un chatbot può fornire risposte con testi e immagini a parole-chiave prefissate come ad esempio “orari” o “menu” o “foto”, un utilizzo un po’ più avanzato permette di utilizzare i bot per fare lead e revenue generation, ad esempio consentendo agli utenti di richiedere preventivi, inviare richieste di prenotazioni, compilare dei “form” o addirittura completare transazioni di e-commerce, sempre chattando autonomamente.

Per tutte le possibili applicazioni, e per le possibilità di sviluppo, i chatbot saranno una forma di intelligenza artificiale sempre più importante nei prossimi anni. Un esempio molto interessante è Eloisa, che se le chiedete di autodescriversi, parlerà di sé come di un essere artificiale e virtuale: Eloisa significa Easy LOgic Intelligent Software Automa. In effetti stiamo parlando di un robot online programmato per aiutarci a svolgere mansioni fastidiose, monotone o anche impossibili per noi umani, e quindi darci una mano in diversi momenti della giornata e in contesti diversi.

Utilizzare i chatbot è molto intuitivo per l’utente: basta scaricare l’app o collegarsi al sito del chatbot per fare una domanda e ottenere una risposta. Tra i chatbot in circolazione più diffusi e utilizzati, molto probabilmente conosci Siri, l’assistente virtuale per iPhone, iPad e iPod touch, o anche Google Now per Android. Su Windows 10 ha debuttato un altro chatbot: Cortana.

Se questi software non ti soddisfano puoi sempre trovare un’alternativa:
  • di Eloisa abbiamo già parlato: è un chatbot online italiano che comprende e risponde in nove lingue diverse, compresi il latino e il russo. È gratuito e si può provare sul sito ufficiale;
  • Mitsuku e Cleverbot hanno un funzionamento simile a quello di Eloisa;
  • Amelia è la segretaria virtuale di Ipsoft, una segretaria instancabile con un cervello artificiale;
  • Azuma Kihari è un ologramma che funge da assistente virtuale per la gestione e l’organizzazione della nostra giornata, fuori e dentro casa, e risponde alle nostre domande;
  • Asistenti virtuali sono anche Google Home e Amazon Echo;
  • Nadia è l’assistente virtuale creato da Soul Machines per il Governo australiano: animata dalla voce di Cate Blanchett, offre informazioni utili alla cittadinanza e in particolare modo alle persone con disabilità. La novità in questo caso è la capacità dell’avatar di leggere e interpretare le espressioni dell’interlocutore umano grazie alla telecamera del pc o del dispositivo mobile utilizzato da quest’ultimo.
  • Il robot Pepper aspira, come Nadia, a diventare il primo robot al mondo ad interpretare le espressioni e lo stato d’animo di un essere umano, per interagire meglio con lui e rispondere alle sue domande.  

I chatbot sono dei software online che permettono agli utenti di interagire automaticamente con pagine Facebook, canali Slack, utenti su Telegram o altri canali e piattaforme di dialogo virtuale. E sviluppare strumenti di dialogo personale risulta essere strategico per chi si occupa di marketing: oltre a trasformare facilmente in lead degli utenti già ben targetizzati, i chatbot da un lato consentono di risparmiare tempo (rispondendo autonomamente a domande frequenti) e dall’altro soprattutto offrono un’esperienza accattivante agli utenti,  rendendo molto più efficace la generazione di contatti e aumentando notevolmente il tasso di conversione.

Secondo il sito Topbots, ci sono almeno tre motivi per cui i chatbot sono importanti per il marketing, per il customer care, per l’e-commerce:
  • riescono a creare molto più engagement, generando interazioni di qualità;
  • raccolgono molte più informazioni personali dagli utenti;
  • offrono opportunità massime di personalizzazione del rapporto con l’utente.
Per dare qualche indicazione utile sia ai marketer aziendali, sia a quelli delle startup, sia alle startup attive nello sviluppo di chatbot, ecco quali sono, secondo Entrepreneurs, le 10 piattaforme per la “scrittura” di chatbot che bisognerebbe tenere in maggiore considerazione:
  • Chattypeople  è indicata come la migliore soluzione per le startup, gratuita, non richiede conoscenze di programmazione, permette di realizzare un AI chatbot su Facebook con integrato Facebook commerce;
  • Meokay è il chatbot per l’email marketing adatto a sviluppatori esperti e non;
  • Smooch è un sistema di messaggistica chatbot multi-piattaforma;
  • Botsify crea facilmente chatbot per Facebook Messenger;
  • Beep Boop è una piattaforma di hosting pensata per sviluppatori di Facebook Messenger e Slack specificamente;
  • Chatfuel permette di creare chatbot per Facebook e Telegram senza conoscenza di codice;
  • Facebook Messenger, naturalmente, consente di sviluppare la propria chatbot direttamente dalla landing page;
  • Telegram, avendo il cdice open source, consente la creazione di chatbot direttamente dall’applicazione;
  • BotKit è un tool per facilitare il lavoro degli sviluppatori che fanno bot per Facebook Messenger, Slack, Twilio, e altri.
  • FlowXO è il chatbot per il business, per tutte le piattaforme;
Chatbot Magazine elenca anche queste: Octane AI, wit.ai, howdy’s botkit, api.ai, Motion.ai, Chatfuel, IBM’s Watson, BeepBoopHQ, Dexter, converse.ai, Gupshup.
 
In sostanza i chatbot sono software online in grado di interpretare richieste in forma di parole-chiave o di linguaggio naturale, a cui rispondono autonomamente secondo gli algoritmi definiti dal programmatore in base alle finalità del chatbot. Una grande spinta è stata data da Facebook con i chatbot che utilizzano Messenger quale interfaccia attraverso la quale eseguire un numero determinato e circostanziato di compiti, dal fissare un incontro a dare notizie sul meteo.
Ma anche Amazon Echo è una piattaforma, e Slack, Twitter, Telegram, Viber, Skype hanno strumenti API per sviluppare chatbot al loro interno. In Italia diverse startup stanno investendo in questa direzione: per esempio Stamplay, BuzzLogger e Indoona.